
Report - Una Settimana sui Mercati - 03.07.2025
La difficile transizione sostenibile dell'automotive europeo: tra ambizioni e realtà industriali
Il settore automobilistico europeo sta affrontando una profonda trasformazione, caratterizzata da incertezze e contraddizioni tra gli ambiziosi obiettivi ambientali e la complessa realtà industriale. Andrea Montermini di Efeso Management Consultants evidenzia come la strategia attuale, incentrata sui veicoli elettrici a batteria (BEV) con l'obiettivo UE di emissioni zero entro il 2035, sia criticabile per la sua rigidità. Sorprendentemente, solo pochi marchi si sono impegnati a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2030, mentre la maggior parte punta a traguardi tra il 2040 e il 2050.
La vera sfida per la sostenibilità, secondo Montermini, risiede nelle emissioni Scope 3, quelle indirette generate lungo l'intera catena di fornitura e durante l'uso del veicolo. Per i produttori di massa, queste emissioni "a valle" possono costituire fino all'80% dell'impatto complessivo del veicolo, mentre per le auto di nicchia si attestano tra il 35% e il 45%, un dettaglio cruciale che influenza le strategie di riduzione. L'introduzione della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSDR) complica ulteriormente il quadro, estendendo l'obbligo di rendicontazione delle emissioni anche ad aziende extra-UE operanti nel mercato europeo.
La transizione è ostacolata anche da barriere economiche concrete: l'alluminio secondario, pur riducendo le emissioni, costa fino al 10% in più del primario, e il riciclo delle batterie al litio in Europa è il 70% più costoso rispetto alla Cina. Montermini critica la strategia BEV-centrica dell'UE, evidenziando che una batteria al litio "non è necessariamente più verde" e che molti veicoli elettrici non superano i 100.000 km di utilizzo effettivo, un ciclo di vita più simile a quello dell'elettronica di consumo che ai 300.000 km progettati per la mobilità, con "effetti devastanti" sull'analisi del ciclo di vita (LCA). Questa visione è contrapposta ad approcci come quello di Toyota, che punta su ibrido e celle a combustibile.
Infine, la decisione industriale è spesso dettata dai costi, non dalla CO2, e i costruttori stessi ammettono di non potersi permettere di "guardare al carbon footprint" al momento. Montermini suggerisce di posticipare l'obiettivo del 2035 al 2040 e di adottare una vera neutralità tecnologica che includa diverse soluzioni, poiché un'auto da città ha esigenze diverse da un veicolo per lunghi spostamenti, esortando a "guardare ai risultati, non all'ideologia".
Quali sono le implicazioni a lungo termine, sia per l'industria automobilistica europea che per l'ambiente globale, di una strategia normativa che privilegia rigidamente una singola tecnologia (BEV) rispetto a un approccio di "neutralità tecnologica" più flessibile, specialmente alla luce delle sfide legate alla produzione, al costo e al ciclo di vita effettivo dei veicoli elettrici evidenziate nel testo?
Mercato | Indice | Chiusura | Settimana precedente | Variazione |
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Americani | Dow Jones | 43.819,27 | 42.206,82 | +3,82% |
Americani | S&P 500 | 6.173,07 | 5.967,84 | +3,44% |
Americani | Nasdaq 100 | 22.534,20 | 21.626,39 | +4,19% |
Europei | FTSE MIB | 39.742,21 | 39.231,35 | +1,30% |
Europei | BTP | 91,00 | 101,00 | -9,89% |
Materie prime | Oro | 3.302,30 | 3.385,70 | -2,46% |
Materie prime | Petrolio | 65,52 | 74,93 | -12,69% |
Materie prime | Gas | 3,754 | 3,949 | -4,94% |
Crypto | Bitcoin | 107.344,8 | 99.622,2 | +7,75% |
Crypto | Ethereum | 2.433,81 | 2.186,05 | +11,34% |
/ Conclusione e spunto pratico
In conclusione, la trasformazione dell'automotive europeo si conferma un percorso denso di sfide, dove l'ambizione ambientale si scontra con una realtà industriale complessa e, spesso, dettata da logiche di costo. L'analisi di Montermini evidenzia come un approccio puramente "BEV-centrico" possa rivelarsi limitante e potenzialmente controproducente, sia per la sostenibilità economica che per quella ambientale complessiva.
Le istituzioni europee dovrebbero adottare un quadro normativo più flessibile e tecnologicamente neutrale, che riconosca e incentivi una pluralità di soluzioni innovative (BEV, ibridi, fuel cell, e-fuels) basate sulla loro efficacia reale e sul loro impatto olistico sul ciclo di vita. Per le aziende, ciò significa integrare fin dalla progettazione la riduzione delle emissioni Scope 3 e investire in processi produttivi più efficienti, anche se inizialmente più costosi, collaborando attivamente lungo tutta la filiera. Solo così si potrà garantire che la transizione non sia solo un esercizio ideologico, ma un motore di competitività e una via concreta verso una sostenibilità duratura per l'intero settore.
*** Il presente testo ha carattere puramente informativo e non costituisce in alcun modo una sollecitazione all'investimento né una raccomandazione di carattere finanziario. Le strategie citate sono esempi teorici e non tengono conto del profilo di rischio individuale. Prima di effettuare qualsiasi operazione finanziaria, è necessario rivolgersi a professionisti abilitati per una consulenza personalizzata che tenga conto della propria situazione patrimoniale, degli obiettivi di investimento e della propensione al rischio. ***